Il bilancio delle imprese femminili chiude il 2021 in attivo con ben 577 imprese in più, saldo scaturito da 1.359 iscrizioni e 782 cancellazioni (non d’ufficio), confermando anche per il 2021 un trend di crescita: le imprese registrate alla Camera di Commercio di Lecce sono passate, infatti, da 15.758 (2014) alle attuali 17.166 registrando un tasso di sviluppo nello scorso anno pari a +3,45%. Le imprese rosa rappresentano il 22,5% del tessuto imprenditoriale complessivo, tasso di femminilizzazione che colloca la provincia leccese al quarto posto tra le province pugliesi, dopo Foggia (25,8%), Taranto (24,9%) e Brindisi (22,8%), precedendo solo Bari (21,3%). La provincia di Lecce è in linea, per tasso di femminilizzazione, con la regione Puglia (23%) e il dato nazionale (22,1%).
“Il sistema imprenditoriale e professionale femminile del Salento è stato particolarmente colpito dalla pandemia che, indubbiamente, ha anche inasprito le difficoltà di conciliare ambito professionale e privato - ha commentato Stefania Mandurino, neoeletta componente della Giunta camerale - Con questa consapevolezza, la Camera di Commercio ha adottato, nel corso del 2021, particolari misure a sostegno delle imprese femminili e delle professioniste, anche attraverso l’erogazione di voucher per l’acquisto di beni e servizi utili a svilupparne la competitività in ambito tecnologico e digitale, in chiave 4.0. Si tratta di skills indispensabili non solo per affrontare le difficoltà della contingenza, ma per strutturasi in chiave evolutiva, dotandosi di competenze, servizi e strumenti digitali per migliorare la performance imprenditoriale e professionale e - perché no - per facilitare la conciliazione lavoro/ famiglia o lavoro/vita privata; questi numeri ci parlano di quanto e come le imprenditrici abbiano saputo far fronte alle difficoltà dell’ultimo biennio, non arretrando sul fronte professionale, ma anzi crescendo numericamente; e questi numeri ci raccontano anche di passi avanti nel contesto culturale. Tuttavia, i numeri delle donne che occupano posizioni apicali, a fronte di competenze e formazione pari alla componente maschile, non sono affatto soddisfacenti; è evidente che ancora tanto occorre fare per affermare le pari opportunità e sgretolare gli stereotipi, quei retaggi che ancora troppo spesso intrappolano o scoraggiano le spinte imprenditoriali e di carriera di tante donne, pronte invece a dare il proprio importante e dinamico apporto al mondo produttivo ed al contesto economico in generale”.